Andare a lavoro in bicicletta: salutare, economico, veloce e perché no, in alcuni casi anche remunerativo, quando è l’azienda stessa che paga in più i dipendenti che utilizzano questo mezzo di trasporto. Tanti vantaggi per una scelta che fa parte di un vero e proprio stile di vita.
I fattori da considerare per andare a lavoro in bici
Il primo da tenere in considerazione riguarda la distanza casa-lavoro: se questa è contenuta e l’idea di fare movimento non spaventa, ecco che allora diventa una scelta non solo possibile ma anche preferibile sotto molti aspetti. Muoversi in bicicletta è economico: nessun costo di carburante, nessuna assicurazione né altre tasse da pagare, maggiore versatilità e velocità negli spostamenti (senza preoccupazioni di traffico o parcheggio da dover cercare!).
Le uniche accortezze che questo genere di mezzo richiede riguardano l’abbigliamento e le condizioni atmosferiche. Va da sé infatti che se il tipo di lavoro svolto richiede in modo tassativo la giacca e la cravatta, allora andare a lavoro in bici può risultare problematico, perché si arriva sempre accaldati se non proprio sudati. E se piove o fa particolarmente freddo, si deve essere certi di poter avere un’alternativa a disposizione, come mezzi pubblici efficienti o un’auto.
Mi pagano per andare a lavoro in bici?
Molte aziende hanno aderito anche al progetto di mobilità sostenibile del ministro Galletti che ha stanziato 35 milioni di euro per promuoverla. Al momento le città interessate sono Torino, Milano, Rimini, Vicenza e Bari che sulla scia del modello francese già di successo, stanno pagando i lavoratori per andare a lavoro in bici. Niente più targhe alterne dunque, nessun tipo di altre limitazioni al traffico per cercare di arginare l’inquinamento atmosferico: semplicemente il bonus da ricevere in busta paga riguarda i chilometri percorsi per coprire il percorso casa-lavoro, che in città come Milano e Torino verrebbero retribuiti a 25 cent/km.